“Quando sono stato chiamato dal regista Alfredo Lo Piero, come aiuto regista e per collaborare alla direzione della fotografia, ho in poco tempo formato una troupe molto valida che sicuramente è stata all’altezza del compito affidatoci”.Così Giuseppe Bennica art director di Tivissima Italia apre il discorso FIGLI DEL SET, un docufilm di Alfredo Lo Piero e Carlotta Bolognini che racconta il cinema italiano dagli anni ’50. TIVISSIMA di STUDIO IMMAGINE BENNICA è uno studio di produzione video fotografica che opera anche da agenzia di comunicazione ” ciò preclude un grande impegno e sforzo tecnico creativo che porta anche grandi soddisfazioni” continua Giuseppe Bennica, “oggi per esempio, nella ricerca su GOOGLE alla voce “REALIZZAZIONE SPOT TV IN ITALIA” siamo posizionati sia al secondo posto che al terzo, ed è una grande soddisfazione per noi e penso per il mondo creativo siciliano che si occupa di comunicazione”. A far parte della troupe Tivissima un nutrito organico siciliano che elenchiamo in ordine alfabetico : Massimo Alaimo, Melissa Bennica, Gabriele Bunone, Gerlando Fiorenza, Maria Fiorenza, Salvatore Giglia, Salvo Nobile, Domenico Presti, Salvo Provenzano, Chiara Sanzo.Dopo roma, le riprese continuano al Museo del Cinema di Catania per poi tornare nuovamente a Roma, negli studi di Cinecittà. ” E’ un lavoro duro ma bello, che a volte non dà un attimo di tregua, i tempi spesso sono molto serrati, in questa prima fase di riprese, abbiamo dato il massimo e penso che continueremo con altrettanta voglia di fare bene” Un docufilm è consta di alcune scene documentariste e interviste e altre recitate, qual’è stata la scena, di questa prima fase, più difficile ? ” Senza dubbio la scena della cena, in una bellissima sala del Castello della Castelluccia a Roma, era imbandita una tavola con sei commensali e dovevamo operare con singole camere dedicate ad ogni personaggio e contemporaneamente abbiamo dovuto attuare una tecnica televisiva e cinematografica per non perderci nulla dei dialoghi della cena, in cui si è parlato delle produzioni di Manolo Bolognini, un grande produttore cinematografico che conta circa 75 produzioni dal 1953 al 2007. Manolo Bologni l’ho conosciuto meglio, grazie al libro scritto dalla figlia Carlotta , Manolo Bolognini, la mia vita nel cinema”.Cosa vi è rimasto di questa esperienza e cosa vi proponete per il seguito ? ” Abbiamo sicuramente conosciuto meglio il mondo del cinema da dentro, percepito sfumature, dettagli, situazioni e regole che magari non conoscevamo bene. dal mio canto, una grande soddisfazione l’ho provata quando nel set con Daniele Nannuzzi un direttore della fotografia che ,per farle capire, ha lavorato in Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli e tanti altri film, in quel set, il direttore della fotografia Nino Celeste, non era presente e ho condotto io la direzione della fotografia insieme al regista Alfredo Lo Piero, ecco , abbiamo voluto rendere partecipe Nannuzzi a questo compito, che ha lasciato le luci esattamente come le avevamo previste noi.Poi abbiamo conosciuto delle persone fantastiche che hanno vissuto il cinema sin da piccoli, come Carlotta Bolognini, la produttrice, che, con la sua tenacia e delicatezza, ha fatto in modo che ci trovassimo a nostro agio sul set.Una persona che che ha affascinato tutta la troupe è stato Fabio Melelli, un critico cinematografico preparatissimo, autore di circa 26 libri, concorrente e vincitore di diverse trasmissioni televisive rai, che ci ha deliziato col suo sapere e la sua cultura, senza dubbio ha lasciato un segno in tutti noi “. Quale figure erano presenti in questa fase ? ” Abbiamo conosciuto persone che hanno vissuto il cinema sin da bambini e altri che l’hanno conosciuto meglio insieme a noi, come per esempio lo stilista catanese Alfonso Zappulla una persona simpaticissima che è il costumista del docufilm e che vedremo più approfonditamente all’opera nei set di Catania.Nella troupe anche Margherita e Gianfilippo Spoletini.Lungo questo percorso alcune aziende siciliane hanno voluto essere partecipi al progetto con mezzi e attrezzature, come PATTI TOUR Favara che ha messo a disposizione un mezzo per il viaggio a Roma, MUSIC SHOP Canicattì di Salvo Caruso che ha dato il proprio contributo con una parte della strumentazione audio e Salvatore Ferraro Favara per il settore luci”.
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